lunedì 25 luglio 2011

Perchè Feltri ha scritto quell'articolo?

Quando accadono eventi come quelli di Oslo
è sempre difficile fare commenti, aprire discussioni
o semplicemente mostrare il proprio cordoglio.
Ci si pongono domande alle quali è complicato
dare risposte.

Come è successo,
perchè è successo,
come si sarebbe potuto evitare,
di chi è la colpa....
Domande...solo domande...

Ma ecco che
il direttore
de Il Giornale, o ex direttore,
visto che tra tutti e tre:
Sallusti, Feltri e Belpietro,
non si sa mai chi è a dirigere..

in questo caso parlo di Feltri
che
dicevo...
si azzarda in considerazioni,
che hanno tutta l'aria
del voler
lasciare intendere,
sottintendere,
alludere,
far capire,
dire fra le righe...

si!

Hanno tutta l'aria di non essere
ciò che sono...
eccone una stralcio:



...Ciononostante, 
poiché la stra­ge si è consumata in 30 minuti,
c’è da chiedersi comunque perché il pluriomicida 
non sia stato mini­mamente contrastato 
dal gruppo destinato allo sterminio. 
Ragio­niamo. 
Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarma­te, 
non sono in grado di annienta­re un nemico, 
per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. 
Ma 50 - e sull’isola ce n’erano dieci volte tante-
se si lan­ciano insieme su di lui, 
alcune di si­curo vengono abbattute, ma solo alcune, 
e quelle che, viceversa, ri­mangono illese (mettiamo 30 o 40) 
hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. 
Ci rendiamo conto. Cose così so­no facili da scrivere, 
standosene qui seduti alla scrivania, 
e molto più difficili da praticare sul campo 
mentre echeggiano gli spari e 
deci­n­e di corpi cadono a terra senza vi­ta. 
Ma è incredibile come, in deter­minate circostanze, 
ciascuno pen­si soltanto a salvare se stesso, 
illu­dendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia 
(ed efficace)del mondo:l’unione fa la forza. 
Varie specie di animali quando attaccano 
lo fanno in massa e nel­lo stesso modo 
si comportano quando si difendono. 
Attenzione però: gli animali istintivamente antepongono 
l’interesse del bran­co a quello del singolo. 
Uno per tut­ti, tutti per uno. 
Evidentemente l’uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, 
l’abitudine e l’attitudi­ne a combattere 
in favore della co­munità della quale pure fa parte. 
In lui prevalgono l’egoismo e l’egotismo. 
Non è più capace di identificarsi con gli altri 
e di sacrifi­carsi per loro, 
probabilmente con­vi­nto che loro 
non si sacrifichereb­bero per lui. 

Direttore,
lei si pone delle domande,
dà delle risposte
ed esprime dei giudizi...
tutte cose che rientrano
in quello che è il suo ruolo.
Anche io leggendo il suo articolo
mi sono posto domande...
mi sono chiesto per esempio
come mai, tra tante domande che lei avrebbe 
potuto farsi, ha scelto proprio quella che avrebbe gettato
un cono d'ombra su quei poveri ragazzi?

La risposta che mi sono dato
è che forse quei ragazzi non incarnavano
per lei l'esempio ideale rappresentativo
di quello che è il suo pensiero.

Non voglio neanche pensare
che lei lo abbia fatto
perchè l'attentatore era un Cristiano e di destra.
Assolutamente no!!
Non posso pensare che sia così!!

Però signor direttore,
me lo lasci dire,
il suo articolo è stato veramente
un pezzo di pessimo gusto!!

Alla prossima
Nino P.

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