martedì 9 agosto 2011

La voce del padrone


Il padrone,
il principale,
il capo,
l’imprenditore,
il boss,
qualunque sia il nome con cui chiamiamo
il nostro datore di lavoro, la persona che
esso rappresenta sarà sempre quella!

Per colui che,
in cambio delle nostre prestazioni
a fine mese ci paga uno stipendio,
noi saremo dei parassiti ai quali
sta facendo un favore.

Chiunque svolge un lavoro da dipendente,
sa benissimo di cosa sto parlando.

Sto parlando della faccia che fanno
quando devono pagare, come se i soldi
a noi dovuti fossero figli di un atto caritatevole
e non frutto del lavoro prestato.
Delle riverenze che esigono in ogni circostanza.
Della gratitudine che vorrebbero manifesta
sempre e comunque.

Lo si evince anche dalle parole
del nostro presidente del consiglio
(lo so, nomino sempre lui,
ma è uno che offre molti spunti),
Silvio Berlusconi, quando parla
dei suoi dipendenti li chiama sempre:
“persone che ho aiutato”,
come se il lavoro svolto per lui
non era necessario a lui stesso,
ma soltanto a chi lo svolgeva.
Le sue aziende infatti sono cresciute
a dismisura per un intervento Divino
e per la sua bravura e non certo
per il sudore versato da chi ci ha messo le idee,
l’impegno, la creatività e le competenze.

La cosa che mi fa rabbia è l’approccio
servilistico al mondo del lavoro di milioni
di persone, che alimentano l’idea dei “signori
che il feudalesimo non sia mai finito.
Perché servi ci vogliono
e servi dobbiamo essere!!

Alla prossima
Nino P.


2 commenti:

Gio. Ve. ha detto...

Ah, questo Silvio! E' proprio sprecato "sopra" a questa terra. Infatti meriterebbe di stare "sotto"...

nino p. ha detto...

eheheheh ^^________^^