giovedì 30 giugno 2011

Decadenza, declino, fallimento

Decadenza
Declino
Fallimento

Cercando una qualsiasi di queste tre parole in rete,
le prime definizioni che saltano fuori,
sono economiche, giuridiche e finanziarie,
a volte anche artistiche,
Del senso delle parole non si ha traccia.

Per sapere che la definizione esatta
di decadenza e declino sarebbe:
disfacimento fisico e morale; mancanza di ideali;
si dovrebbe andare a guardare
in uno di quegli enormi dizionari,
che un tempo ci obbligavano a portare a scuola.

Oppure che quella di fallimento sarebbe:
mancato raggiungimento di uno scopo; insuccesso;
anche qui, bisognerebbe avere
il solito vecchio, enorme dizionario.

Altrimenti, cercando in internet
ecco cosa troveremmo:

La decadenza consiste nella preclusione
dell'esercizio del diritto da parte del titolare,
sia che inerisca ad un diritto potestativo,
sia che inerisca ad un diritto facoltativo.
La sua funzione è limitare i tempi di incertezza
delle situazioni giuridiche;
infatti non sono ammesse interruzioni e sospensioni
(salvo che sia diversamente disposto:
art. 2964 Inapplicabilità di regole sulla prescrizione).
“Wikipedia”

apprenderemo inoltre che:
I Declino sono stati un gruppo musicale
hardcore punk italiano nato a Torino
nei primi anni ottanta.
“Wikipedia”

e che inoltre:
il Fallimento è una procedura concorsuale liquidatoria,
che coinvolge l'imprenditore commerciale
con l’intero patrimonio e i suoi creditori.
“Wikipedia”

Questo è il nuovo mondo,
un mondo in cui ci sfugge il senso delle cose,
in cui perno di tutto è il sistema consumistico,
che pochi hanno imposto ai molti,
senza che questi ultimi se ne accorgessessero.


Il problema è che, con il trascorrere delle generazioni,
noi occidentali ci siamo convinti
che il benessere e la tecnologia siano "naturali":
 ovvi come il sorgere del sole,
gratuiti come lo scorrere dei fiumi.
E su questa credenza, che è scientificamente assurda,
 irrazionale come la più arcaica delle superstizioni,
si poggia tutto o quasi il nostro quotidiano,
tutta o quasi la nostra politica.
Siamo riusciti (scelleratamente) a rendere occulti i costi,
 i guasti, i rischi di un sviluppo che poggia, invece,
 su un prelievo
sempre più massiccio e scriteriato di risorse limitate. (Michele Serra)


Il ragionamento che nega la natura oppressiva del consumismo –
sostenendo che i consumatori in realtà sono felici,
che il consumo è fonte di soddisfazione e dà significato alla vita –
è robusto. D'altra parte è difficile resistere all'idea che,
se la felicità fosse davvero tutto ciò che conta,
potremmo raggiungerla, nella stessa intensità ma
in modo rapido ed economico,
introducendo negli acquedotti una droga adatta allo scopo.
 Senza contare che quel ragionamento ignora un'intuizione
così familiare da essere stata per molto tempo la quintessenza del cliché,
 e cioè che tutte le cose che vale davvero la pena avere nella vita,
come la generosità, la saggezza e gli affetti umani,
non sono in vendita nei centri commerciali. (Anthony Clifford Grayling)

Voglio concludere con questa frase
di un nostro insigne uomo politico,
nonché attuale presidente del consiglio:

Il cliente, il pubblico,
è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente. (SILVIO BERLUSCONI)



Alla prossima

Nino P.


2 commenti:

rossorosso ha detto...

Caro Nino, speriamo che il "bambino" undicenne, un pò tonto, decida di crescere in fretta, altrimenti la vedo veramente dura!!! Bel post, mi è piaciuto molto....Ciaoooooooooooooo

Ernest ha detto...

mi vengono in mente parecchie cose...