mercoledì 20 aprile 2011

KAOS



Kaos sarebbe un bel nome per un blog, peccato che molti altri hanno avuto l’idea prima di me.
Kaos però non è solo un nome o un titolo affascinante,
kaos è il modo migliore per descrivere la situazione politico-finanziaria in Italia in questo momento.

La fase delle certezze, se mai ce n’è stata una, sembra ormai appartenere ad un mondo e ad un’era lontani, né possiamo definire quella attuale “di transizione”, se, gli vogliamo trovare un termine, “decadente” a mio avviso sarebbe il più opportuno! Una decadenza nascosta dal kaos, dalla confusione alimentata dai dubbi che fanno capolino nelle nostre menti ad ogni attimo della giornata, scanditi da notizie e da proclami che, se di concreto qualcosa hanno, beh quel qualcosa è negativo.

Cosa fare?

Ancora abbiamo da mangiare grazie a Dio, quindi, se non c’è fame e difficile pensare ad una rivoluzione.

Le urne? E’ una strada, ma, avendoci tolto la possibilità di scegliere chi eleggere, si sono assicurati una certa tranquillità parlamentare; possiamo sostituire un governo, ma i parlamentari saranno sempre quelli.

Che fare allora?

Beh incominciando con il divulgare idee, con la presa di coscienza... che è la base a far muovere i capitali, siamo noi che compriamo ed arricchiamo chi comanda...noi...
e noi gli abbiamo concesso troppo... in cambio delle loro carte di credito, dei loro mutui e dei loro finanziamenti...
Gli abbiamo dato la possibilità di tenerci in pugno facendoci schiavizzare dal debito, dal sogno del poterci permettere tutto.
E se il comunismo è stata una bellissima utopia, la stessa cosa si sta rivelando il capitalismo.

Servono proposte alternative, che, però saranno scartate da chi comanda con un’alzata di spalle.

E allora?

Allora possiamo cercare di smettere di indebitarci, pensare che forse il superfluo non vale così tanto da sacrificarci la libertà.
Dobbiamo far capire al grande capitale, che se vogliono continuare a vendere, hanno solo un’alternativa: darci la possibilità di comprare!

Come?

Con la garanzia di un lavoro a tempo indeterminato e con uno stipendio adeguato ai tempi!

E lo Stato?

Lo Stato dovrà farsi giudice con le due parti affinché questo avvenga, dovrà inoltre garantire sempre e in ogni caso, quelli che sono i diritti base di un popolo: sicurezza, cure mediche, istruzione, energia, comunicazione e mobilità.

Ma forse… forse anche questa è un’ Utopia!!!!

Nino P.

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