venerdì 11 febbraio 2011

Un tempo

Un tempo…
no, non sto parlando di un remoto passato,
sto parlando di pochi anni fa,
aspettavo alla TV, quelle trasmissioni (in quel periodo in onda in seconda serata)
dette di approfondimento,
come un momento di conoscenza,
in cui,
ascoltando pareri diversi, potevo farmi un’opinione!
Quel tempo,
malgrado i pochi anni passati,
oggi mi sembra lontanissimo.
Quelle trasmissioni,
ora sono tutte in prima serata.
La promozione però non ne ha innalzato la qualità:
la scaletta, gli ospiti, il repertorio,
sono sempre uguali ad ognuna,
il risultato finale è sempre e soltanto uno solo:
il litigio e la rissa!!!
L’obiettivo non è la costruzione di un’idea comune,
ma,
la distruzione di quella altrui!!
Di questo non imputo colpe agli autori,
ne tanto meno ai pur bravi conduttori.
La “colpa” se ve ne è una,
è riconducibile all’imbarbarimento dei costumi e della politica,
che ha smesso di essere, secondo la definizione antica :
l'Arte di governare le società…
riducendosi invece a quanto affermava Max Weber e cioè:
nient’altro che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza…

Il mio pensiero è sempre stato che la verità non è mai una,
che il vero esiste in ogni cosa, ed anche, seppur in minima parte,
in ciò che vero non è.
Per il mio modo di essere, il pensiero altrui è importante e va ascoltato,
anche se non condivisibile e non accettabile, va comunque ascoltato.
Le parole sono importanti quanto ciò che esse rappresentano,
se non gli si da spazio moriranno in un niente
e con loro anche l’essenza di cui vivono e con cui ci nutrono.

Il bisogno di oggi, politicamente parlando, è la prevaricazione:
se tu parli, io ci grido sopra..
se tu gridi, io mi alzo e ti aggredisco
se tu mi chiedi, io ti rispondo con una domanda
se tu dici che ho sbagliato, io ti insulto e ti calunnio

Il mio voto
non deve autorizzare l’eletto
a pensare di fare del bene soltanto a chi la pensa come lui e di “conseguenza” come me.
ma deve decidere sempre e comunque per la prosperità della collettività!
Di questo non c’è traccia nell’attuale clima politico italiano,
la prosperità è intesa come bene personale,
come mantenimento di uno status.
La conservazione del potere è prioritaria rispetto a tutto il resto…
da ciò ne conseguono i continui cambiamenti di schieramento
a favore dell’uno o dell’altro,
si va da chi offre
maggiori garanzie del mantenimento della posizione sociale acquisita,
e per questo presupposto,
ci si sente autorizzati ad affermare tutto ed il contrario di tutto.

Io sono stanco!
Siamo in tanti ad esserlo!
Saremo di più tra qualche tempo!

Lo capiranno prima del peggio??

Nino Plutino

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