il fondo che ogni giorno ci sembra di toccare,
si rivelerà domani un punto altissimo sopra le nostre teste.
La politica italiana, sempre che sia giusto chiamarla così,
è diventata un carnaio con tanto di vittime e macellai
che di ora in ora si cambiano di ruolo.
Parlare di imbarbarimento è un eufemismo,
del resto, termini per definirla non riesco a trovarne,
usare la parola declino forse mi darebbe più piacere,
se non altro per la speranza implicita che mi offre,
la speranza di una probabile risalita.
Speranza che voglio avere,
che cerco ed a cui mi aggrappo con ostinazione.
La speranza che ogni singolo individuo
si faccia carico di assumersi nel suo piccolo una responsabilità.
La responsabilità di fare il proprio dovere secondo coscienza,
nel segreto delle urne domenica alle amministrative,
ed in seguito ai referendum.
Votare più che un diritto, è in questo tempo, un dovere!
Un dovere nei confronti non delle istituzioni, ma,dei nostri figli,
del loro e del nostro futuro.
Siamo granelli di sabbia in un deserto,
piccolissimi presi ad uno ad uno,
roccia se ci uniamo agli altri nelle nostre convinzioni.
Questo appello è rivolto a chi, fa spallucce,
a chi ripete ossessivamente che tanto non cambia niente…
A queste persone voglio ripetere le parole di J. Krishnamurti:
Per trasformare il mondo, dobbiamo iniziare da noi stessi,
e nell’iniziare da noi stessi ciò che più conta è l’intenzione.
L’intenzione deve essere di comprendere noi stessi
e di non demandare ad altri il compito di trasformarsi…
Questa è la mia responsabilità, vostra e mia;
perché per quanto possa essere piccolo il mondo in cui viviamo,
se siamo in grado di introdurre nella nostra vita quotidiana
un punto di vista radicalmente diverso,
allora forse
potremmo influire sul mondo nel suo complesso.
J. Krishnamurti
Alla prossima
Nino P.
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