Cara Emma, negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese
sono state prese due importanti decisioni con l’obiettivo di creare le
condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco
all’accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata
promotrice, ma soprattutto all’approvazione da parte del Parlamento
dell’Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre
all’estensione della validità dell’accordo interconfederale ad intese
raggiunte prima del 28 giugno.
La Fiat fin dal primo momento ha
dichiarato a Governo, Confindustria e Organizzazioni sindacali il pieno
apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti
nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo
sviluppo economico del nostro Paese. Questo nuovo quadro di riferimento,
in un momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale, avrebbe
permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione
internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei
concorrenti. Ma con la firma dell’accordo interconfederale del 21
settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione
contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare
l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente
ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8. Si rischia
quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare
fortemente la flessibilità gestionale.
Fiat, che è impegnata
nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181
stabilimenti in 30 paesi, non può permettersi di operare in Italia in un
quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in
tutto il mondo industrializzato. Per queste ragioni, che non sono
politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani
di investimento, ti confermo che, come preannunciato nella lettera del
30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da
Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Stiamo valutando la
possibilità di collaborare, in forme da concordare, con alcune
organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con
l’Unione Industriale di Torino. Da parte nostra, utilizzeremo la libertà
di azione applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni
legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni
sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori,
nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già
raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. E’ una decisione
importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla
quale non possiamo sottrarci perché non intendiamo rinunciare a essere
protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese.
Con i miei migliori saluti
Sergio Marchionne
Intanto i titoli FIAT crollano in borsa dopo l'annuncio.
Marchionne insiste nel lasciare intendere di avere la bacchetta magica,
malgrado le risposte negative del mercato, lui continua per la sua strada...
In realtà l'unico vero risultato ottenuto con l'aiuto del ministro Sacconi, della Cisl e della Uil
che è riuscito ad ottenere finora è stato quello di buttare nel cesso
anni di lotte dei nostri nonni e dei nostri padri.
Grazie Sergio e grazie a chi ti ha messo lì.
Alla prossima
Nino P.
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