A proposito di crisi, ecco una stralcio
dell'articolo scritto da Claudio De Fiores
sul Manifesto
La crisi finanziaria,
più che innescare l’auspicata
inversione di tendenza verso un’Europa “sociale”,
parrebbe pertanto
essere stata assunta dai governi europei
come l’ultimo pretesto per
regolare definitivamente i conti
con ciò che rimaneva dello stato
sociale nei singoli paesi dell’Unione.
Di qui il delinearsi di un’offensiva politica insidiosa e pervasiva
destinata a risolversi,
da una parte, in una vera e propria azione di
demolizione
della sanità, dell’istruzione, della previdenza sociale, del
lavoro
(decurtazione degli stipendi, riduzione dei salari nominali,
inasprimento
delle forme di precarizzazione nell’accesso al lavoro).
Dall’altra in una spinta selvaggia verso le privatizzazioni e la
svendita
di immensi patrimoni nazionali.
La drammatica crisi in cui versa il progetto europeo esige,
soprattutto dopo i traumatici eventi di questi giorni,
una svolta
radicale dal cui esito dipenderà il futuro dell’ordinamento dell’Unione.
Per l’Europa è giunto, pertanto, il momento di decidere se continuare
ad essere uno stantio luogo di intese tecniche e normative
(fra élites,
poteri economici, lobbies finanziarie, governi) oppure se voltare
pagina,
provando a rilanciare su basi democratiche il processo di
integrazione.
Un percorso certamente arduo e del quale, a tutt’oggi,
non
si intravedono neppure le premesse, ma tuttavia possibile.
Ma ad una
sola condizione: che l’Europa non continui più a diffidare del demos,
della sovranità, della democrazia.
Vi invito a leggerlo tutto.
Ecco il link:
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/08/articolo/5240/
Alla prossima
Nino P.
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